BALBETTANDO TRA LE RIGHE: QUESTO È ANCORA UN PAESE PER LETTORI?
Commento al report 2024 dell’AIE: tra disuguaglianze, biblioteche non valorizzate e cervelli dimenticati.
Negli ultimi anni, il settore editoriale italiano ha affrontato un contesto caratterizzato da conferme positive ma anche da evidenti fragilità strutturali. I dati del 20231 segnalano una crescita complessiva dell’1,1% rispetto all’anno precedente, con una spesa complessiva dei lettori che sfiora i 3,5 miliardi di euro, 112 milioni di copie di libri a stampa vendute e quasi 10 milioni di download di e-book. Tuttavia, dietro questi numeri si cela una realtà complessa e stratificata, che richiede un’analisi approfondita.
Uno degli aspetti più significativi riguarda l’evoluzione della domanda di lettura. Ben il 65% della spesa complessiva è attribuibile ai titoli più pubblicizzati, mentre solo il 38% coinvolge nuovi autori o generi emergenti. Questo dato riflette un mercato che tende a privilegiare i grandi nomi, con evidenti difficoltà nel sostenere e promuovere opere meno convenzionali. L’aumento dei prezzi di copertina, che hanno raggiunto una media di 15,17 euro nel 2023, rappresenta un ulteriore ostacolo per un pubblico già colpito dalla diminuzione del potere d’acquisto dovuta all’inflazione.
Nonostante il contesto economico sfavorevole, alcune tendenze offrono spunti di riflessione positivi. I giovani lettori, ispirati da fenomeni social come BookTok, stanno riscoprendo il piacere della lettura, approcciando sia i classici sia i bestseller contemporanei. Tuttavia, questa dinamica risulta spesso legata a mode temporanee, che rischiano di non consolidarsi in una crescita strutturale del mercato. Inoltre, le iniziative pubbliche, spesso rivolte esclusivamente ai più giovani, rischiano di amplificare questa bolla se non accompagnate da una maggiore consapevolezza del valore della lettura anche tra gli adulti.
Un altro tema cruciale è rappresentato dalla disuguaglianza territoriale. Le regioni del Nord continuano a registrare performance di lettura significativamente superiori rispetto al Centro e al Sud. Questa disparità si somma a problematiche più ampie, come i bassi tassi di alfabetizzazione funzionale, la scarsa frequenza di lettura e la ridotta propensione a proseguire gli studi universitari. Il risultato è un Paese in cui meno del 30% della popolazione legge con regolarità, posizionando l’Italia tra gli ultimi posti in Europa per diffusione della lettura. Concentrati sul rientro dei cervelli in fuga, dimentichiamo troppo spesso lo stato di salute e d'istruzione dei cervelli che rimangono in Italia.
A livello industriale, il settore editoriale italiano ha dimostrato una notevole capacità di adattamento, sfruttando nuove nicchie di mercato e l’ibridazione tra formati tradizionali e digitali. Tuttavia, il fenomeno delle pratiche illegali (come la pirateria digitale e la distribuzione di copie non autorizzate) rimane un problema significativo, con mancati ricavi stimati in circa 705 milioni di euro nel 2023. Anche l’internazionalizzazione del mercato editoriale italiano presenta ancora margini di miglioramento: sebbene le pubblicazioni all’estero siano in aumento, le risorse destinate a promuovere autori e libri italiani fuori dai confini nazionali restano insufficienti per competere con i mercati più consolidati.
Il biennio 2024-2026 si prospetta come un periodo decisivo per affrontare queste criticità. La riduzione dei fondi destinati alla 18app e alla Carta del merito rischia di limitare ulteriormente l’accesso alla lettura per le nuove generazioni. Questa dinamica evidenzia una difficoltà più ampia: il tentativo di scollegare il merito dalle opportunità e dalle disuguaglianze sociali. Come sottolineato da Michael Sandel,2 il concetto di merito rischia di trasformarsi in un meccanismo di esclusione, se non viene accompagnato da un’effettiva parità di condizioni per tutti i cittadini. Per colmare queste lacune, è necessaria una strategia politica organica che coniughi interventi di promozione culturale e investimenti strutturali mirati. Come ha evidenziato Innocenzo Cipolletta, presidente dell’Associazione Italiana Editori, «un Paese più istruito, con un tasso di lettori più elevato, è un Paese più ricco e più innovativo».3 Tuttavia, raggiungere questo obiettivo richiede uno sforzo sistemico, capace di ridurre le disuguaglianze territoriali e incentivare la lettura su scala nazionale. In questo senso, le biblioteche pubbliche, funzionanti e moderne, possono giocare un ruolo fondamentale: come strumenti per abbattere le disuguaglianze. Non solo relative a bambini e adolescenti, ma anche a giovani adulti e adulti.
In conclusione, il settore editoriale italiano si trova a un crocevia: da un lato, la necessità di rispondere alle trasformazioni della domanda e del pubblico, dall’altro, l’urgenza di affrontare i limiti strutturali che ne ostacolano il pieno sviluppo. Per superare queste criticità, sono indispensabili politiche di sostegno sistemico da parte delle istituzioni pubbliche, che investano non solo nella promozione della lettura, ma anche nel potenziamento delle biblioteche e nella riduzione delle disuguaglianze territoriali. La capacità di trasformare queste fragilità in opportunità dipenderà dalla volontà di creare un ecosistema culturale inclusivo e accessibile, capace di valorizzare il ruolo del libro come strumento di crescita personale e collettiva. Solo così il settore potrà continuare a essere un pilastro fondamentale della cultura italiana.
51° Rapporto sullo Stato dell’Editoria in Italia - 2024, Associazione Italiana Editori. Per chi volesse acquistarlo: cliccare qui. Tutti i dati che troverete citati, sono all’interno del Rapporto.
M. Sandel, La tirannia del merito. Perché viviamo in una società di vincitori e di perdenti, Milano, Feltrinelli, 2021.
Rapporto sullo Stato dell’Editoria in Italia, cit., p. 7.