ST. PAULI: UNO SPORT DIVERSO, UNA COMUNITÀ POSSIBILE PER LATINA
Un modello di sport che parte dal basso e promuove inclusione, sostenibilità e partecipazione attiva: cosa può imparare Latina dall’esperienza del St. Pauli di Amburgo?
Si può vivere diversamente lo sport a Latina? Per diverso si vuole intendere un’attività sportiva che sia organizzata perseguendo i valori dell’inclusione, del benessere e del rispetto per gli avversari, mentre molto spesso lo sport viene tenuto prigioniero da logiche di profitto e di merito. Questo, sia nel praticarlo che nel seguirlo. A Latina le strutture sportive aperte a tutti scarseggiano. Come se non bastasse, le poche disponibili vengono gestite in maniera discutibile dall’attuale amministrazione, si veda il caso della piscina comunale. Inoltre, per quando riguarda il calcio, da sempre la solita retorica su Littoria, la bonifica e tutto il resto del pacchetto, è stata appiattita sul modo di promuovere e tifare la squadra del Latina, rendendo disagio a chi, tra gli appassionati che frequentano il Domenico Francioni, non si riconosce in un’ideologia nostalgica. Il tutto, naturalmente, con il silenzio di chi questa città la governa e dei media che si occupano di calcio sul territorio. Riassunto questo quadro desolante, torniamo al quesito posto in partenza: è possibile vivere diversamente lo sport anche qui a Latina? Sì, l’esempio ci arriva da Amburgo, più precisamente dal quartiere di St. Pauli.
L’associazione sportiva St. Pauli: lo sport che riparte dal basso
Può succedere che, esplorando L’Altra Storia di Latina, possa capitare di venire in contatto con nuove realtà. Guardando al passato della propria città da una diversa prospettiva è possibile immaginare un futuro migliore, ovvero, un orizzonte stimolante verso cui camminare. Ecco, attraverso la figura e la storia di Filippo Faustinelli, cittadino di Latina deportato dai nazisti in un campo di concentramento, Spazio2032 ha conosciuto la testata politica-sportiva TuttoSt.Pauli, la quale aveva trattato la storia in questione in occasione di una pietra d’inciampo inaugurata ad Amburgo in ricordo del nostro vecchio concittadino. In questo contesto, poco prima di Natale, abbiamo incontrato a Roma Massimo Finizio, direttore della testata online, ex dirigente del St. Pauli stesso ed esponente delle Brigate Garibaldi, fan club della squadra tedesca in Italia. Finizio ci ha descritto una realtà sportiva che travalica i confini dei campi da gioco e finisce per coinvolgere le persone dal basso, chiamandole in prima linea a partecipare alla gestione del club. Infatti, la natura del St. Pauli è di tipo associazionistica, ovvero, i sostenitori scelgono di diventare soci della loro squadra del cuore pagando una quota annuale. In Germania, strutturare le società in questo modo è una pratica comune. Il Post, che ha dedicato un articolo al calcio tedesco e al St. Pauli, riporta di come il Bayer Monaco sia forte di ben 360 000 soci, mentre il Borussia di oltre 200 mila1. Invece, il St. Pauli, che attualmente milita nella Bundesliga dopo la storica promozione dello scorso anno, ne conta quasi 50.000. L’essere soci significa partecipare in quanto parte integrante di una comunità, con diritti e doveri2. I soci, per esempio, sono chiamati a partecipare all’assemblea generale, durante la quale gli indirizzi che il club perseguirà nel corso dell’anno vengono votati proprio dai presenti, gli stessi che si esprimono anche per l’elezione delle cariche dirigenziali3. Inoltre, le attività da organizzare e a cui partecipare sono molteplici, tutte volte non solo alla pratica e al sostegno dello sport, ma anche alla promozione di valori come l’inclusione, l’uguaglianza e l’antirazzismo. Molto spesso, capita che la tifoseria organizzata del St. Pauli si esprima allo stadio tramite striscioni facenti riferimento a temi di grande importanza, come quando in occasione della giornata del 29 novembre si sono presentati con una scritta, “proteggi le tue figlie”, sbarrata da una linea rossa, accompagnata poco più in basso da un’altra in sovraimpressione: “educate i vostri figli”. In Italia, invece, questi temi negli stadi e, purtroppo, nelle società sportive, difficilmente vengono affrontati con pratiche di sostanza. Anzi, il massimo che si riesce a fare è quello di far scendere in campo giocatori e allenatori con un segno rosso sulla guancia, poco importa poi che alcuni di loro siano stati condannati o accusati per violenza sessuale.4 Insomma, nel St. Pauli vincere non è l’unica cosa che conta e le priorità sono altre: non si lascia indietro nessuno, difendendo le minoranze, condannando ogni tipo di violenza e prendendosi cura degli altri.
Il St. Pauli però non è solo una squadra di calcio maschile che milita in Bundesliga. Così come le già citate realtà in Germania, il club amburghese è un’associazione sportiva. Questo significa che l’impegno dei soci e delle socie non è rivolto solo a un’unica categoria sportiva, bensì a molteplici e di più livelli, anche amatoriali. Ci sono le squadre femminili, il rugby, la pallamano, il roller derby, così come il bowling, scacchi e tennis da tavolo. Da apprezzare poi la scelta di investire nel calcio per non vedenti, disciplina in cui il St. Pauli primeggia, in quanto più volte si è laureato campione di Germania. Massimo Finizio ci ha raccontato di come questo modo multidisciplinare e associazionistico di vivere lo sport sia parecchio consolidato in Europa e nel mondo, tessendo una rete di realtà in grado di comunicare fra loro. In Italia, invece, il tifoso non è parte integrante di questi schemi, anzi, più che un socio è un cliente, al quale viene venduto un prodotto costoso e troppo spesso di una qualità non allettante. Ciò che è sempre stato popolare è diventato una questione di merito: il calcio, tra biglietti, pay tv e scuole a pagamento, sono tutti prodotti per chi se li può permettere, o meglio per pochi. Quando abbiamo incontrato Finizio ci siamo interrogati proprio su questo: cosa può fare una società sportiva, come Milan, Napoli o Roma, per le persone del territorio in cui operano? Quanto potrebbe risultargli utile investire su sport di interesse minore o su categorie calcistiche amatoriali e dilettantistiche? La questione è semplice: non solo i più bravi dovrebbero continuare nel tempo a praticare sport, ma anche chi i numeri del campione non li avrà mai. Infine, come insegna il modello St. Pauli, ne gioverebbe anche la sostenibilità del calcio in generale. Pensiamo al girone di Lega Pro in cui naviga il Latina da qualche anno: tre società, Taranto, Turris e Messina, sono quasi del tutto fallite e non sanno se potranno terminare il loro campionato in maniera regolare. Purtroppo sono situazioni abituali, soprattutto per le squadre del Sud Italia, dove invece la passione per il calcio e lo sport è tanta. Proprio per questo un progetto associativo come quello del St. Pauli, con una programmazione che parte dal basso, abbinato naturalmente a un impegno sociale utile al territorio, potrebbe rappresentare un modello più sostenibile da inseguire, invece che affidare le società sportive a dei singoli presidenti che, troppo spesso, si dimostrano imprenditori da quattro soldi, pronti a sfruttare ciò che la piazza malcapitata ha da offrire. Inoltre, i soci e le socie del St. Pauli si stanno muovendo attualmente sulla questione degli spazi, altra azione da cui prendere spunto anche quando qui a Latina si parla degli affidamenti degli impianti sportivi. Infatti, da qualche mese è nata la Cooperativa St. Pauli, che mira a raccogliere i fondi necessari per acquisire la gestione dello stadio di Millerntor, la casa del St. Pauli. Anche qui, il paradigma cambia del tutto. Non più uno stadio gestito da una singola azienda sportiva, bensì dalle persone. Una prospettiva, che in una città italiana, potrebbe rimettere a disposizione dei cittadini gli impianti sportivi che, troppo spesso, vengono limitati ai bisogni delle società a cui questi spazi vengono concessi da parte delle amministrazioni.
St. Pauli: un modello per Latina lontano, ma in cui tocca sperare
Se uno degli slogan del St. Pauli è “niente calcio per i fascisti”, qui a Latina la società ha ben pensato di scrivere Littoria sul colletto di alcune maglie celebrative,5 nel disperato tentativo di riallacciare i rapporti con quel tifo organizzato che sa fare la voce grossa nelle sue proteste volgari e violente, non rappresentando di certo la maggioranza di chi purtroppo insieme a loro vive lo stadio cittadino. Ecco perché immaginando una Latina del futuro, ammesso esisterà mai, la si dovrà pensare con biblioteche polifunzionali, scuole aperte al di fuori degli orari scolastici a tutta la cittadinanza, comunità energetiche e, perché no, anche con realtà sportive associazionistiche come quella del St. Pauli. Latina non ha bisogno di slogan e leggi fuffa come quella del Centenario. Latina ha bisogno di iniziative e buone pratiche che siano in grado di attivare la cittadinanza, in modo da raccoglierne le diverse energie e creare ricordi comuni, perché è su questo che si forma una comunità. In futuro sarà quindi utile guardare a un modello St. Pauli, anche se, ad oggi, pare fin troppo lontano.
Cfr. Gianluca Cedolin, Al St. Pauli forse il calcio è davvero “del popolo”, Il Post: https://www.ilpost.it/2024/12/05/st-pauli-amburgo-club-storia-antifascismo/.
Cfr. Massimo Finizio, La forza politica dell’associazionismo del FC Sankt Pauli e la sua internazionalità, TuttoStPauli: https://www.tuttostpauli.com/associazionismo/la-forza-politica-dell-associazionismo-del-fc-sankt-pauli-e-la-sua-internazionalita-14.
Cfr. Massimo Finizio, Assemblea Generale del Sankt Pauli: un esempio per tutti noi e per il mondo, TuttoStPauli: https://www.tuttostpauli.com/primo-piano/assemblea-generale-del-sankt-pauli-un-esempio-per-tutti-noi-e-per-il-mondo-960.
Cfr. Valerio Moggia, Il calcio e l’ipocrisia del “segno rosso”: chi è accusato di stupro gioca lo stesso, Domani: https://www.editorialedomani.it/fatti/25-novembre-calcio-ipocrisia-segno-rosso-giocatori-accusati-stupro-giocano-portanova-liguori-manfrin-visentin-st2znobq.
Cfr. Marco Pasciuti, Latina, la scritta “Littoria” sulle maglie in una gara ufficiale della Lega Pro. Che ha dato l’ok, Il Fatto Quotidiano: https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/12/18/latina-la-scritta-littoria-sulle-maglie-in-una-gara-ufficiale-della-lega-pro-che-ha-dato-lok/7809229/, ultimo accesso il 13\01\25.